Puttane per Gloria by William T. Vollmann

Puttane per Gloria by William T. Vollmann

autore:William T. Vollmann [Vollmann, William T.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Minimumfax


10. Freddura basata sulla distorsione grafico-fonetica per cui il nome coreano del locale, Kum Bak Club, viene travisato in Come Back Club, dove come back significa appunto «ritornare». [n.d.t.]

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La grotta di carta

Jimmy se ne andò in giro tutta la notte godendosi la vista delle puttane e pensando a come sarebbe stato bello poter ficcare la sua lingua su per il loro lercio buco del culo, oh, oh! Ma quella ragazza infelice era riuscita a immalinconirlo con i suoi piagnistei; ora gli sembrava che non avrebbe mai più potuto riguadagnare la calma della verde trasparenza racchiusa in una panciuta bottiglia di Cutty Sark, con il lieve tremito sulla superficie del whisky che ti dice che lui è lì e non aspetta altro che tu lo beva, che sta proprio davanti a te e che tutto quello che devi fare è allungare la mano e cominciare a svitare il tappo bianco marinaresco con l’immagine del clipper stampata sopra. Una volta Jimmy si era perfino messo a contare tutte le vele di quella nave. Dunque, vediamo, facendo mente locale avrebbe detto che ci fosse una serie di quattro e due serie di cinque grandi vele su ciascun albero, ma era ormai parecchio che Jimmy non beveva più Cutty Sark, se non qualche rara volta, dato che non era affatto uno dei liquori più a buon mercato. Dopotutto, forse aveva ragione Codice Sei, forse Jimmy avrebbe dovuto spingersi un po’ più in là. In Larkin Street vide paio di mutandine sporche, ma non facevano al caso suo, dovevano essere acquistate direttamente da una prostituta per poter essere purificate. Nelle sue fantasie su Gloria stava mirando con accanimento a un Essere, cercava l’illuminazione che facesse apparire una creatura che non gli voltasse la faccia come facevano le puttane che di solito lui montava, doveva avere una forma definita quell’Essere. Jimmy non poteva più accontentarsi di una diafana assenza di volto, pur con tutta la sua santità, aveva bisogno di un volto vero e proprio, doveva avere Gloria, e Gloria doveva sentirsi a proprio agio circondata da tutte le sue cose, che non dovevano necessariamente essere tante quante le scarpe di Imelda Marcos, ma abbastanza da farla sentire a casa. Ma, pur essendosi già spinto così lontano (bisognava riconoscerlo), Jimmy stava ancora fingendo, proprio come fingeva Phyllis quando indossava la parrucca, i cui boccoli le nascondevano per metà la bocca, eternamente imbronciata in una smorfia che le contraeva le labbra a forma di cuore, quando si applicava con cura meticolosa le ciglia finte, la stessa cura meticolosa che un entomologo mette nella ricostruzione delle zampe di un raro e fragile millepiedi prima di collocarlo nella teca dove custodisce come un tesoro la sua preziosa collezione. E così Jimmy si ricordò delle parole di Melissa. Be’, gli aveva detto, una delle cose che facevo per combattere la noia era costruire dei fortini, costruivo una specie di grotta con fogli di cartone, poi ci strisciavo dentro, e rimanevo lì da sola al riparo di quella specie di



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